QUESTO, PER ME, ERA ED È IL MAESTRO PARK YOUNG GHIL.

QUESTO, PER ME, ERA ED È IL MAESTRO PARK YOUNG GHIL.
Era il 1977 a Catanzaro. Avevo 16 anni e sono quello a sinistra dell’immagine durante il primo passaggio di cintura nella disciplina del Taekwondo. Di spalle il Maestro Park Young Ghil. All’epoca tutti i passaggi di grado li facevamo con lui. Bei ricordi di un gran Maestro e di una nobile persona. Ciao Maestro…
L’8 dicembre scorso è andato via da questa terra il Gran Maestro Park Young Ghil che, insieme ai fratelli Sun Jae e Chung Hang. è stato il Padre del Taekwondo italiano oltre che esponente di spicco di quello mondiale. Su Facebook ho proposto un mio breve ricordo (avendolo conosciuto da ragazzo durante la mia pratica di questa arte marziale coreana) che qui ripropongo:
“Nel lontano 1977, a Catanzaro, la faceva da padrona – nell’ambito delle arti marziali – una palestra di Taekwondo. Parlo di quell’anno, di quegli anni che ho vissuto, non di altri.
Sì, in effetti non c’erano altre palestre di arti marziali (almeno conosciute) nella mia città in quel periodo e l’insegnamento di quello che per noi era il nostro Maestro, Gregorio Marascio, era molto duro.
Non sto qui a spiegare in che modo lo era ma credetemi, non era per tutti. Nel bene e nel male.
Gli esami di passaggio di cintura li facevamo sempre con il Maestro Park Young Ghil (pioniere, insieme ai fratelli, del Taekwondo in Italia) che veniva da Napoli, a volte con qualche suo allievo.
Nel mio primo passaggio di grado, il Maestro Park, dalla cintura bianca mi fece passare direttamente alla cintura gialla, non, quindi, a quella intermedia. Avvenne così anche nei miei successivi passaggi di cintura. Dalla cintura gialla mi diede direttamente la verde e dalla verde direttamente la blu. Negli altri esami non fu così. Arrivai alla cintura blu di secondo grado per poi lasciare questa disciplina per praticare altre arti marziali orientali. Ma quello che ho ricevuto in quegli anni mi è rimasto dentro per sempre. Qualcuno potrebbe parlarmi di una sorta di imprinting psicologico e questo è probabile.
Quando racconto di me e della mia passione e pratica delle arti marziali (e poi della Kickboxing) dico sempre di riservarmi di esporre il tutto in modo adeguato ovvero con un libro. Vedremo. Sarebbe di certo una narrativa interessate ma anche impegnativa.
Quindi mi limiterò a narrare poco (anche perché il social funziona così) ma in modo significativo di chi era per me il Maestro Park.
Due aneddoti. Durante gli esami per il passaggio di cintura (la palestra a quel tempo era piena di gente che veniva a vedere questa arte marziale coreana, ricordo a tutti che eravamo anche nel periodo post Bruce Lee…potete capire, allora, la curiosità delle persone e la loro voglia, eventuale, di praticarle), venne chiamato un bambino – cintura bianca – per sottoporsi al passaggio di grado. Il ragazzino era cicciottello e come si alzo’ dalla sua posizione seduta sulla pedana per effettuare l’esame, incespicò con i piedi tra loro rotolando ( letteralmente) sulla pedana stessa.
Tutto il pubblico presente si mise a ridere. Io volsi lo sguardo sul Maestro Park che non mosse un muscolo della sua faccia.
Il bambino, ovviamente, fece un pessimo esame, preso dalla vergogna che provava e dall’ilarità del pubblico.
Il Maestro Park, nonostante ciò, gli diede la cintura gialla. Un grande il Maestro, veramente.
Capito’, invece, altre volte (poche in verità) che boccio’ qualcuno. Farlo oggi significherebbe perdere allievi. Ma a quei tempi funzionava così.
Durante il primo campionato regionale, arrivai ai combattimenti infortunato alla tibia della gamba destra, quella che usavamo di più. Eravamo, purtroppo, anche degli sprovveduti. Mai praticare in modo duro pochi giorni prima di una competizione! La mia povera tibia, tra l’altro, fu vittima di un “simpaticone” che aspirava a praticare altre arti marziali e quindi colpi’ più volte la mia gamba con il taglio del suo piede durante un combattimento extra rispetto a quelli normali. Fu un vero “simpaticone” …
Fatto sta che durante quei campionati vinsi i primi due combattimenti ma persi l’ultimo non potendo utilizzare la gamba destra – ridotta proprio al limite – ma soprattutto per un arbitraggio scandaloso (non arbitrava il Maestro Park!). Arrivai al secondo posto nei combattimenti.
Poi ci furono le gare di forme e mi trovai a competere con quello che mi “vinse” nei combattimenti. Sinceramente fui più bravo ma a decidere chi era il migliore spettava, questa volta, direttamente al Maestro Park che mi dichiarò vincitore. Risultai primo ai campionati regionali nelle forme.Partecipai, allora, ai successivi campionati italiani per competere nelle gare di forma (oggi chiamate taegeuk per la federazione WTF).
Da questi due aneddoti potete intuire il senso di giustizia ma anche di umanità del Maestro. Quello che forse gli viene riconosciuto di più, soprattutto adesso che non è più tra noi. Nonostante la sua abilità tecnica e di insegnante.
Adesso l’eredità del Maestro verrà raccolta da qualcun altro che sicuramente lo farà in modo adeguato.
Dico, a volte, che si arriva ad un certo punto della nostra vita nel quale occorre “scendere dalle spalle dei giganti” per camminare da soli, sempre con gratitudine rispetto a loro. Mi rendo conto, però, che questi giganti rimangono tali. Ineguagliabili per vari motivi.
Spero di aver onorato, con questo mio modesto contributo, la memoria del Maestro Park Young Ghil.
Perdonatemi per eventuali errori che potete trovare in questo testo che scrivo adesso, di getto, in questa ora tarda. Ma quel poco che ho raccontato l’ho fatto con il cuore. Così come chi ha creato questo video che condivido(video che si trova su Facebook e dove era collegato questo mio breve scritto, nda).
E adesso avanti. Guardando al futuro con gratitudine rispetto a chi ci ha preceduto.
Sempre nel nostro cuore Maestro Park Young Ghil!”
QUESTO, PER ME, ERA ED È IL MAESTRO PARK YOUNG GHIL.
In questa foto, il Gran Maestro Park Young Ghil.

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