Alcuni dei contenuti del famoso romanzo dal titolo 1984, scritto da George Orwell, sono da molti sociologi, comunicatori, da una buona parte della nostra società, ritenuti, non a torto, attuali. Mi riferisco al concetto di bispensiero (o bipensiero, in inglese “doublethink”) che in “1984” è un termine in neolingua, ovvero la lingua immaginaria utilizzata dai membri del partito del Grande Fratello, che indica il meccanismo mentale che consente di ritenere vero un qualunque concetto e il suo opposto a seconda della volontà del Partito, dimenticando nel medesimo istante, aspetto questo fondamentale, il cambio di opinione e perfino l’atto stesso del dimenticare.
Così George Orwell descrive (lo riportiamo in estrema sintesi, nda) il bipensiero in “1984”:
“Il bipensiero implica la capacità di accogliere siimultaneamente nella propria mente due opinioni tra loro contrastanti, accettandole entrambe.”
In 1984 di Orwell il sovvertimento dei valori, su cui poggia la patologica costruzione del “bipensiero”, trova una perfetta sintesi nello slogan del Socing, il partito unico. Tre gli assunti su cui si fonda:
la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza
(in inglese: war is peace, freedom is slavery, ignorance is strength).
Tutti e tre sono, chiaramente, dei paradossi.
L’opera di Orwell, anche nel solo romanzo “!984”, è degna di approfondimento e per questo motivo si rimanda il lettore di questo mio scritto ai link qui pubblicati o, meglio ancora, alla lettura del libro.
“1984” è considerato, anche, un romanzo distopico.
Una distopìa, o anche anti-utopia, contro-utopia, utopia negativa o cacotopia è una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente percepite come altamente negative, in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa. Ponendosi in contrapposizione ad un’utopia, una distopia viene tipicamente prefigurata come l’appartenenza ad un’ipotetica società o ad un ipotetico mondo caratterizzati da alcune espressioni sociali o politiche opprimenti, spesso in concomitanza o in conseguenza di condizioni ambientali o tecnologiche pericolose, che sono state portate al loro limite estremo.
Nei romanzi distopici la vicenda viene ambientata in una società spaventosa, pericolosa, cruda, in cui non vorremmo mai vivere, ma proprio questo aspetto rende la vicenda ancora più avvincente.
Questi romanzi, collocati all’apparenza in un futuro irreale, ci portano in realtà a riflettere sulla società di oggi.
Dietro la distopia, infatti, si cela quasi sempre la denuncia di certi aspetti della realtà contemporanea.
Man mano che sfogliamo le pagine di un romanzo distopico, ci rendiamo conto che le vicende narrate sono molto meno improbabili di quello che sembrano, e pensiamo inevitabilmente a quello che potrà essere il futuro della società odierna.
Solitamente, i testi distopici appaiono come opere di avvertimento o satire, che mostrano le tendenze negative attuali e i pericoli della società attuale svilupparsi sino a raggiungere dimensioni apocalittiche.
Un romanzo distopico può rappresentare eventuali società future in cui il potere dell’autorità (politica, religiosa, tecnologica, ecc.) pretende di controllare ogni aspetto della vita umana; può essere di ambientazione post-apocalittica, cioè un mondo arrivato alla sua massima degradazione dovuta a catastrofi globali, per lo più causate dall’uomo.
Detto ciò, palesemente, “1984” è un libro molto attuale. Se è vero come è vero che la vita di per se è già difficile, complicarla con pensieri eventualmente e comunemente definiti, in modo dispregiativo, complottisti sarebbe ulteriormente pesante. Ma, il negare che il libro di George Orwell non contenga messaggi che siano applicabili alla nostra realtà attuale, sarebbe una negazione classificabile come ignoranza. E l’ignoranza uccide anzi, come leggiamo in “1984”, “l’ignoranza è forza”( terzo
Quindi, con equilibrio e ragionevolmente, senza essere faziosi osserviamo che:
- l’articolo 11 della Costituzione italiana afferma che: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Nonostante ciò, il governo italiano guidato da Draghi, ha fornito armi all’Ucraina, alimentando così il conflitto russo-ucraino, piuttosto che dedicarsi all’azione diplomatica al fine di far cessare questa guerra. Chiaramente una contraddizione con quanto disposto dalla nostra Costituzione e dal buon senso. In questo caso il concetto “la guerra è pace” di “1984”, sembra attuale.
- Se personalmente non sono contrario a priori ai vaccini anti Covid (vaccini che hanno creato anche, purtroppo, gravi casi avversi, come questo ), ritengo che l’obbligo vaccinale e la limitazione ai quali i non vaccinati sono stati sottoposti (con esiti molto seri come questo fatto di cronaca, nda) è illogico e anti democratico, tutto ciò in nome di una presunta “libertà” dei vaccinati a proteggersi dai “non vaccinati”, in linea con un altro principio del romanzo di Orwell: “la libertà è schiavitù”.
- Altro argomento delicato è quello che riguarda Dio. In nome del motto della nostra neo Presidente del governo, Giorgia Meloni, ovvero “Dio, patria e famiglia”, molti cristiani hanno votato il partito della Meloni. Ma siamo sicuri che lo status familiare ostentato della Meloni sia in linea con i principi cristiani? Non per critica, almeno da parte mia, ma per tutti coloro che dichiarano un cristianesimo per poi, nei fatti, appoggiarne un altro.
Ma il bipensiero è usato anche in modo positivo come si evince anche in questo video che parla di motivazione.
L’eredità culturale di George Orwell è veramente preziosa. Da usare con equilibro e non in modo fazioso per un mondo migliore.
Almeno ci si tenta…