Raffaele Tovazzi , con i suoi podcast offre sempre spunti importanti di riflessione. Il titolo di quello di oggi era ma chi te lo fa fare?
La domanda, naturalmente, è applicabile in ogni ambito della nostra vita. Chi te lo fa fare, ad esempio, ad alzarti presto la mattina per allenarti, chi te lo fa fare a compiere qualsiasi sacrificio per un qualcosa che, magari per altri, sembra inutile.
Oltre alla riflessione del filosofo esecutivo Tovazzi, si sono intrecciate quelle dei suoi ascoltatori, tra cui la mia.
Dopo aver ascoltato il suo podcast mi è venuto in mente, d’istinto, ricordare quello che il noto allenatore di pugilato di Mike Tyson , Cus D’amato , disse una volta a Tyson stesso (il loro rapporto era come tra padre e figlio, nda) “il lavoro iniziato va completato!”.
Nel suo libro, L’arte della guerra. Le lezioni che ho imparato , di Tyson, quest’ultimo racconta ciò che un giorno Cus gli disse: il tuo cervello non è tuo alleato. Vuole il piacere ma tu non te lo sei ancora meritato. Quando è il momento di lavorare, il tuo cervello vuole fare altro, quindi devi fare di tutto per impedirgli di esserti nemico.
Chi te lo fa fare?, puo’ chiederti in modo subdolo la tua mente o qualcuno che, volente o no, ti demotiva dall’agire. No pain, no gain è un motto anglosassone che significa nessuna sofferenza, nessun guadagno. E’ chiaro che per raggiungere un obiettivo, un successo personale, ci vuole sacrificio. Ma la motivazione, per non oziare, è di origine personale. Sarà solo per il piacere di farlo oppure per altre cause. Ma, a mio parere, più che di sacrificio, si dovrebbe parlare di dedizione. Perché non ci puo’ essere una motivazione costante senza un diletto. Solo allora, il sudore sarà frutto di un lavoro duro ma soddisfacente e non di una sofferenza.
No pain, no gain? Sì, ma solo per un piacere personale.