Occorre precisare, almeno io credo, ciò che da tempo sta avvenendo nel web e nello specifico nei canali come Facebook ma anche YouTube.
Se li frequentate, di certo, avrete notato come una gran parte di utenti postano frasi, citazioni, motivazioni, a volte riportate a volte, invece, proprie.
Pensieri, come già detto, citazioni, frasi, che tendono ad esortare e, volenti o nolenti, anche ad insegnare come affrontare la vita o alcuni dei suoi ambiti.
Siamo tutti liberi, quindi, di scrivere di queste cose?
La domanda, arrivati a questo punto, è d’obbligo.
Certo, ognuno può scrivere quello che vuole, difendiamo questo principio sacrosanto, basti, naturalmente, che non si trattino di bufale, fake news o tutto ciò che offende la morale o la personalità altrui.
Ma vorrei esprimere la mia opinione.
Visto che la maggior parte delle volte, questi scritti, si occupano della mente, della filosofia, della motivazione e crescita personale, e non solo, dobbiamo sottolineare (semmai ce ne fosse bisogno) che per questi argomenti esistono dei professionisti. E se già è difficile trovare il vero professionista tra i professionisti, figuriamoci tra quelli che non lo sono!
Questo ci evita di riportare pensieri sublimi altrui o nostri? Certo che no.
Ma non vorrei che il passo dalla passione per certi argomenti al diventare dei “guru” (usando quest’ultima parola nel suo senso negativo), sia breve.
Se dovessi indicare delle categorie di queste persone, le classificherei in quattro: professionisti, “guru”, passionari e servitori di conoscenza.
I professionisti, abbiamo già intuito chi sono.
Persone, competenti, con tanto di titoli di studio, anni di pratica e di lavoro ale spalle. E, ripeto, anche tra loro c’è da fare una certa selezione.
I “guru”, invece, possono diventare una categoria pericolosa. Composta da gente incompetente che si spaccia per professionista o che, bene o male, riesce a manipolare le menti delle persone in senso negativo.
Poi, esistono quelli che io chiamo i passionari ovvero quegli individui che, appunto, per desiderio e interesse, pubblicano questi testi. Nulla da dire su di loro.
Infine, i servitori di conoscenza. Tutte quelle persone che sulla loro pelle hanno vissuto determinate esperienze, le hanno elaborate, magari le hanno pure studiate, seppur non in aule universitari, ma che hanno quella sensibilità, quel sapere, derivati dall’esperienza che, probabilmente, nessun dottorato o master può insegnare.
Non sono dei professionisti e non vanno considerati come tali, né loro, mai, si dovrebbero sognare di esserlo, ma spesso leggo, negli scritti di queste persone, la voglia di servizio. Servire gli altri donando il frutto dei loro vissuti. Elaborati, studiati, in modo serio e ponderatamente condivisi.
Anche qui, potrebbe nascere un giusto interrogativo: “Romano, poiché tu ti occupi pure di queste cose, in quale area ti collochi?”.
Io lo so, spetta a voi il considerarlo.