Così come a modo mio, ieri, ho riassunto l’importante giornata politica italiana nella quale si decideva sulla sorte del nostro governo con questo post , stasera, seppur brevemente, voglio dire qualcosa sull’insediamento del 46esimo Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Dopo la pericolosa quanto arrogante e negligente (anche rispetto al Covid-19) presidenza di Donald Trump, dopo l’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti avvenuto il 6 gennaio di quest’anno e che ha tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso (invasione effettuata dai suoi sostenitori), oggi, finalmente, è arrivato il cambio, non senza un pizzico di ansia, dato che, finché Biden non aveva giurato, subentrandogli come Presidente, Trump portava con sé la valigetta con i comandi nucleari. Come dire che a un psicopatico lo si lascia in giro tra la gente con un coltello.
Comunque sia, finalmente, Biden è diventato il Presidente.
Quest’ultimo è la soluzione dei problemi americani e del mondo? Lo sa lui, lo sappiamo tutti, la risposta è no. Per me è il Presidente ideale degli Stati Uniti? No. Non esiste perfezione umana ma il suo discorso di insediamento basato sull’unità, sul dialogo con gli altri stati oltreoceano e la presenza di Kamala Harris, come suo vicepresidente mi fa stare più sereno.
Kamala Devi Harris è nata il 20 ottobre 1964, ad Oakland, in California.[6] Sua madre, Shyamala Gopalan, era un’oncologa specializzata nel cancro al seno, emigrata da Tamil Nadu (India) nel 1960 per conseguire un dottorato in endocrinologia presso UC Berkeley.[7] Suo padre, Donald Harris, è professore emerito di economia presso la Stanford University, anche lui emigrato dalla Colonia della Giamaica nel 1961 per laurearsi in economia alla U.C. Berkeley.[8][9] In un articolo del 2018 in Jamaica Global, Donald Harris affermò di essere discendente dello schiavista Hamilton Brown.[10] Avendo origini indiane tamil e giamaicane, Kamala Harris si identifica semplicemente come “americana”.[11][12]
fonte wikipedia
Il futuro è nelle mani degli uomini di buona volontà e di Dio e per chi crede, quindi, è veramente opportuno pregare per le autorità come dice la Bibbia stessa, quella Bibbia sulla quale il nuovo Presidente oggi ha giurato
1Timoteo 2:1-4
1 Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, 2 per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità. 3 Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, 4 il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
Kamala, la Bella, Trump, la Bestia.
Potrebbe concludersi questo post con un po’ di serenità se non fosse che l’ormai ex Presidente, prima di andarsene, non abbia detto: “We will be back in some form», torneremo in qualche modo.
Inquietante come un finale di un film thriller.
Preghiamo per chi resta e per chi, politicamente, se ne è andato.
Almeno si spera…