Ispirazione e flusso di coscienza

Ispirazione e flusso di coscienza

Centro Commerciale, vado lì per farmi i capelli.

Sì, sapete, quei saloni da parrucchiere sia per uomini che per donne. Avevo preso appuntamento nel pomeriggio.

Arrivo e poiché dentro la sala il numero di persone massimo (visto le normative sul Covid) è stato raggiunto, devo rimanerne fuori fino all’ok della signora che sta alla cassa e che mi chiamerà quando sarà il mio turno.

Nessun problema, attendo fuori.

Proprio in quei minuti esce dal salone una giovane donna che poi viene raggiunta dal figlio che avrà avuto un dieci anni al massimo.

“La prossima volta che ti comporti così (dice la signora al ragazzino nda) ti do una manata al viso che non te la dimenticherai per tutta la vita!” Pausa di qualche minuto e poi la donna continua anzi conclude con un “maleducato!”. 

Vedo la faccia del figlio. Il suo viso è tra l’impaurito e il furbetto. Non so chi  dei due ha ragione ma poi cosa importa a me di questo episodio?

Un paio di sera fa, dopo moltissimo tempo che non vedevo la televisione, mi sono gustato un bel film  dal titolo Un mondo perfetto , diretto da Clint Eastwood e come attore protagonista Kevin Costner. 

Eastwood recita anche  un ruolo in questa pellicola, quello del Texas Ranger Red Garnett, ma il personaggio principale rimane Costner nei panni di Robert ‘Butch’ Haynes, uno dei due evasi dalla prigione di Huntsville (carcere che veramente esiste nel Texas). Durante la loro fuga, per colpa dell’altro criminale, i due prendono in ostaggio un bambino di otto anni di nome Phillip ‘Buzz’ Perry, che viene interpretato splendidamente, e per me è da considerarsi il secondo protagonista del film , da T.J. Lowther. 

Adesso non pretenderete che vi racconti tutta la trama della pellicola, fatto sta che tra  ‘Butch’ e il bimbo nasce un rapporto particolare, come tra padre e figlio. Un padre assente per il piccolo Phillip e conflittuale per Butch. 

Durante la storia accade un evento che fa rivivere in modo incontrollato tristi ricordi dell’infanzia di Butch. 

Il finale è emozionante e non vi nascondo che mi ha commosso un pò.

Ecco, da una prenotazione per un taglio di capelli, ad un  flusso di coscienzaun susseguirsi di pensieri che portano all’ispirazione, grande o piccola che sia, come per questo post ma che, di solito, contengono sempre vaste dimensioni interiori. 

Forse si nasce così, con un certa predisposizione all’attenzione di piccoli episodi che riportano a galla passate, anche di poco, emozioni. 

Una caratteristica (non mi riferisco alla mia persona, eh ) di uomini e donne empatiche, sensibili che a volte riportano in versi, in narrazione tutto questo mondo esistenziale. 

L’ispirazione nasce dall’osservazione e dalla sensibilità interiore. 

E il raccontarlo, questo mondo, credo che arricchisca chi legga altrimenti non avremmo avuto grandi autori, grandi scrittori che con i loro libri ci hanno fatto sognare ma anche realizzare che in alcune pagine dei loro testi abbiamo letto una parte della nostra vita. 

 

 

 

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