Perché il Taekwondo è Sport Olimpico e il Karate no: Storia e Differenze. La figura importante del Presidente Park Sun Jae.

Perché il Taekwondo è Sport Olimpico e il Karate no: Storia e Differenze.
Foto tratta dal sito: https://it.wikipedia.org/wiki/Taekwondo_ai_Giochi_olimpici

Il Taekwondo e il Karate, due delle arti marziali più diffuse al mondo, hanno affinità nelle tecniche di combattimento e filosofie, ma solo il Taekwondo è un evento olimpico permanente, mentre il Karate ha avuto solo una partecipazione temporanea ai Giochi di Tokyo 2020. Questo scenario solleva una domanda: perché il Taekwondo è alle Olimpiadi, mentre il Karate no?

  • La Storia del Taekwondo alle Olimpiadi

Il Taekwondo è diventato sport olimpico ufficiale alle Olimpiadi di Sydney nel 2000. La sua inclusione è il risultato di una lunga e strategica campagna portata avanti dalla Federazione Mondiale di Taekwondo (World Taekwondo, WT) e dal governo sudcoreano, che ha sostenuto il riconoscimento di questa disciplina come simbolo nazionale. Il processo è iniziato negli anni ’70, quando la WT, allora conosciuta come World Taekwondo Federation (WTF), ha lavorato intensamente per sviluppare lo sport in una direzione che si allineasse con i requisiti del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), come standardizzazione delle regole, accessibilità globale e coinvolgimento giovanile.

Un fattore decisivo fu il supporto politico e diplomatico della Corea del Sud, un paese che ha promosso il Taekwondo come sport nazionale e lo ha utilizzato come strumento di soft power internazionale. Le relazioni strette tra la Corea del Sud e il CIO, così come l’influenza della comunità sportiva internazionale, hanno facilitato il processo di inclusione del Taekwondo nei Giochi Olimpici.

 

Perché il Taekwondo è Sport Olimpico e il Karate no: Storia e Differenze.
Nella foto, il Maestro, il Presidente Park Sun Jae. Immagine tratta da :https://www.taekwondoitalia.it/news/1368-fita-president-park-sun-jae-passed-away.html

 

E’ fuor di dubbio che al Maestro Sun Jae Park – oltre alle sua abilità feniche – vanno riconosciute quelle “politiche”, manageriali, che hanno contribuito a far si che il Taekwondo diventasse uno sport olimpico.

  • Il Karate e il Suo Percorso Olimpico

Il Karate ha seguito un percorso simile al Taekwondo, cercando il riconoscimento olimpico per decenni. Tuttavia, ci sono stati ostacoli che ne hanno limitato l’inclusione. La World Karate Federation (WKF) ha lavorato instancabilmente per promuovere il Karate, ma ha incontrato alcune sfide chiave:

1. **Divisioni Interne:** Il Karate ha storicamente diverse scuole e stili (come Shotokan, Goju-Ryu, Shito-Ryu e Wado-Ryu), il che ha reso più difficile una standardizzazione universale delle regole e delle tecniche, rispetto al Taekwondo, che ha un sistema unificato sotto la WT.

2. **Ritardo nel Movimento Olimpico:** Nonostante la lunga tradizione del Karate e la sua diffusione globale, il Karate ha iniziato il suo percorso di riconoscimento olimpico più tardi rispetto al Taekwondo. Le prime iniziative concrete per la sua inclusione sono arrivate solo negli anni 2000, mentre il Taekwondo era già un passo avanti.

3. **Concorrenza di altri sport:** Ogni edizione dei Giochi Olimpici ha un limite al numero di sport che possono essere inclusi, e il Karate ha dovuto competere con altre discipline emergenti per un posto. Il Taekwondo, essendo già parte del programma, ha goduto di un vantaggio. Anche il Judo, un’altra arte marziale già affermata alle Olimpiadi dal 1964, ha creato un clima competitivo all’interno delle arti marziali per guadagnare o mantenere uno spazio olimpico.

4. **Tokyo 2020: Un’opportunità temporanea:** Il Karate ha avuto l’opportunità di debuttare alle Olimpiadi di Tokyo 2020, grazie al fatto che ogni paese ospitante può proporre sport aggiuntivi per i propri Giochi. Il Giappone, patria del Karate, ha spinto fortemente per la sua inclusione. Tuttavia, dopo la conclusione di Tokyo 2020, il Karate è stato escluso dal programma delle Olimpiadi di Parigi 2024, tornando a uno status non permanente.

. Differenze di Accessibilità e Promozione

Un altro fattore determinante per la permanenza del Taekwondo nel programma olimpico è la sua accessibilità globale. Con la standardizzazione delle regole, l’introduzione dei combattimenti elettronici per il punteggio e un forte focus sulla sicurezza degli atleti, il Taekwondo ha attratto un pubblico più ampio, soprattutto tra i giovani. La WT ha investito nella promozione del Taekwondo come sport praticabile da chiunque, indipendentemente dall’età, dal genere o dal background culturale. Questo approccio inclusivo è stato ben accolto dal CIO, che mira a sostenere sport globali e accessibili.

 . Il Futuro del Karate alle Olimpiadi

Anche se il Karate è stato escluso dai Giochi di Parigi 2024, non è detto che sia un addio definitivo. La World Karate Federation sta continuando a lavorare per il ritorno del Karate ai Giochi Olimpici, magari in un futuro prossimo. Molto dipenderà dal supporto di futuri paesi ospitanti e dall’abilità della WKF di mostrare che il Karate ha una forte presenza internazionale e un formato di gara che può attrarre spettatori e partecipanti di tutto il mondo. Soprattutto, a mio parere, la divisione tra il cosiddetto Karate Sportivo e il Karate Tradizionale, sarà un ostacolo da superare perché questa arte marziale giapponese sia inclusa tra gli sport olimpici. 

Conclusione

In definitiva, il Taekwondo è diventato uno sport olimpico stabile grazie al supporto politico e istituzionale della Corea del Sud, alla standardizzazione precoce delle regole e all’ inclusività globale della disciplina. Il Karate, nonostante la sua ricca storia e il successo temporaneo a Tokyo 2020, ha affrontato più difficoltà nel soddisfare i criteri di inclusione olimpica e nell’ottenere un riconoscimento duraturo. Tuttavia, con un forte seguito globale, c’è sempre la possibilità che il Karate possa ritornare in futuro a far parte dei Giochi Olimpici.

 

 

 

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