Quando Daria aveva circa due anni, Gene Tierney , durante una festa di tennis, fu avvicinata da una donna che in modo, quantomeno insensibile, le disse:
SM. Tierney, ti ricordi di me? chiese la donna.
Gene non ricordava di aver incontrato la sconosciuta. Lei ha scosso la testa e ha risposto: “No. Dovrei?”
La donna disse a Gene che faceva parte del ramo femminile dei Marines e che aveva incontrato (in effetti l’abbracciò, nda) Gene all’Hollywood Canteen.
Gene non avrebbe mai dimenticato ciò che la donna avrebbe detto dopo.
“A proposito, signora Tierney, le è capitato di prendere la rosolia dopo quella sera che l’ho vista alla mensa?”
La donna ha rivelato di aver avuto lei stessa il morbillo in quel momento, ma di aver rotto la quarantena solo per vedere Gene alla mensa.
Gene era sbalordita. Quella donna le aveva dato il morbillo! Era l’unica causa delle disabilità di Daria. Gene non ha detto niente. Si è appena voltata e se n’è andata.
Nella sua autobiografia, Tierney racconta che dopo che la donna ebbe raccontato la sua storia, la fissò in silenzio, poi si voltò e se ne andò. Ha scritto: “Dopo di che non mi importava se fossi mai più stata l’attrice preferita di qualcuno”.
Al trauma della disabilità della figlia Daria si unì, quindi, quest’altro trauma per la sfortunata attrice americana ovvero il sapere, in modo scioccante, che lei, anche se inconsapevolmente, aveva trasmesso quella rosolia a sua figlia Daria, malattia infettiva che le avrebbe provocato quelle varie disabilità, in seguito alla piccola riscontrate. Gene, forse, dovette fare i conti anche con quei sensi di colpa (effettivamente, sensi di colpa mal riposti, nda) che, insieme al dolore per le problematiche della figlia Daria, non fecero atro che aggravare il suo stato di salute mentale.
I biografi hanno teorizzato che Agatha Christie si sia ispirata a questa tragedia della vita reale di Gene Tierney, come base della sua trama per scrivere il noto romanzo dal titolo “The Mirror Crack’d from Side to Side ” (“Assassinio allo specchio”).
Assassinio allo specchio, si basa su questo racconto:
Il villaggio di St. Mary Mead è in gran fermento. Marina Gregg, una delle più famose dive di Hollywood, ha deciso di trasferirsi proprio in questa piccola località e per l’occasione ha invitato tutta la cittadinanza a farle una visita di benvenuto. Durante la festa però un’invitata, la signora Heather Badcock ha un malore e muore dopo avere bevuto dal bicchiere di Marina, gentilmente offertole da lei dopo che la signora Badcock, inciampando, aveva rovesciato il suo cocktail. La polizia intuisce che la vittima doveva essere proprio Marina, Scotland Yard brancola nel buio. Sarà l’arguzia dell’anziana Miss Marple, aiutata dall’impareggiabile Dermot Craddock, a risolvere la vicenda, il cui significato deve essere cercato nel passato.
https://it.wikipedia.org/wiki/Assassinio_allo_specchio_(romanzo)
Genesi del romanzo:
Agatha Christie si ispirò a un doloroso episodio accaduto anni prima all’attrice statunitense Gene Tierney: la donna contrasse la rosolia durante la gravidanza in un’esibizione alla Hollywood Canteen e partorì il 15 ottobre 1943 una figlia prematura e menomata, Antoinette Daria Cassini (1943-2010). I problemi mentali della bambina e l’intenso stress emotivo in famiglia portarono, dopo la nascita di una seconda figlia, al divorzio della diva dal marito Oleg Cassini; in seguito le fu dignosticato il disturbo bipolare. Gli avvenimenti che portarono la Tierney a scoprire in quali circostanze venne contagiata della malattia furono gli stessi descritti dalla Christie nel personaggio di Marina Gregg, a parte il finale. Il cognome Gregg è lo stesso del medico australiano che per primo scoprì e studiò la rosolia, Norman McAlister Gregg (1892-1966).
https://it.wikipedia.org/wiki/Assassinio_allo_specchio_(romanzo)
Trasposizione filmica
Dal libro fu tratto nel 1980 il film Assassinio allo specchio (The mirror crack’d) del regista Guy Hamilton con Angela Lansbury nel ruolo di Miss Marple, Liz Taylor in quello di Marina Gregg, Geraldine Chaplin, Rock Hudson, Tony Curtis e Kim Novak.
Tale film non va confuso con l’omonimo film Assassinio allo specchio (Murder with mirrors) del 1985 di Dick Lowri con Helen Hayes, Bette Davis, John Mills, Leo McKern, sempre della serie di Miss Marple, tratto dal romanzo di Agatha Christie Miss Marple: giochi di prestigio (They did it with mirrors, conosciuto negli Usa come Murder with mirrors).
Dal romanzo sono stati tratti anche due film televisivi: Assassinio allo specchio (The Mirror Crack’d from side to side) del 1992 di Norman Stone con Joan Hickson nella parte di Miss Marple e Claire Bloom in quella di Marina Gregg; Assassinio allo specchio (The Mirror Crack’d from Side to Side) del 2010 di Tom Shankland con Julia McKenzie nella parte di Miss Marple e Lindsay Duncan in quella di Marina Gregg.
https://it.wikipedia.org/wiki/Assassinio_allo_specchio_(romanzo)
Di certo, una grande scrittrice come Agatha Christie non ha redatto un romanzo come Assassinio allo specchio riferendosi alla triste storia dell’attrice americana in modo “cinico” o strumentale ma si è semplicemente fatta coinvolgere dal punto di vista emotivo elaborando poi il romanzo che ha dato alla luce. E questo modo di agire fa parte dell’ispirazione. L’ispirazione che, sia per i grandi e noti scrittori, sia per i vari autori può nascere da una sorta di “metabolizzazione” di vissuti interiori personali oppure dall’osservazione, dalla conoscenza di storie varie che la vita ci può proporre.
Io stesso, ultimamente, ho scritto due storie brevi, due racconti brevi, il primo ispirandomi alla vita di un grande attore come Steve McQueen e a una canzone che la sentivo adatta a lui, il secondo alla traduzione in italiano di un testo di una canzone estera.
D’altronde, il “prodotto” di una determinata ispirazione, a volte, serve anche per far conoscere al pubblico storie di vita o elaborati culturali di varia natura che, per alcuni, sono sconosciuti.
Dispiace, se detta ispirazione può nascere da storie come quella della piccola Daria e di sua mamma Gene, ma questa non è colpa dell’autore.
Non sappiamo perché la vita riservi determinate sofferenze, sappiamo, però (anche se non è una consolazione), che alcuni cuori sensibili sono toccati da questi vissuti trasformando queste esistenze in racconti che resistono nel tempo, “informando”, tante persone, di vite drammatiche, ripetiamo, a volte sconosciute. E chissà se, i primi ad essere toccati, ad essere empatici, ad essere addolorati verso e per queste storie sono proprio gli scrittori, gli autori stessi…