Ah, i refusi (refuso: Errore di stampa dovuto a uno scambio o a uno spostamento di caratteri) errori (a volte orrori) che capitano anche se non dovrebbero succedere a chi scrive o edita. Scusateci per i nostri refusi. Promettiamo, però, di farne il meno possibile. Sì, perché promettere di non incappare più in questi errori è un impegno che nessuno può mantenere.
“La donna elefante. Elogio del correttore di bozze” è un racconto del 1967 di Giovannino Guareschi.
Il correttore di bozze non si divide: è quello che è, ma ciò non semplifica le cose. Il correttore di bozze fu inventato verso il 1440: quando, cioè, il signor Gutenberg, inventata la stampa propriamente detta e tirata una bozza della sua prima composizione tipografica, trovò, nella seconda riga, una signora elefante al posto di una signora elegante. Allora il signor Gutenberg lanciò un grido di trionfo: aveva inventato l’errore di stampa. Poi, letta attentamente tutta la bozza segnò a penna 25 dei 57 errori disseminati nel foglio e, infine, imprecò duramente contro il socio Füst che, poveretto, non ne aveva la minima colpa. Così, ad un tempo, inventò anche il correttore di bozze e il proto.
https://www.giovanninoguareschi.com/il%20correttore%20di%20bozze.pdf
Ma non solo…in un articolo pubblicato sul Giornale il 24 agosto 2006, a firma di Mario Cervi, si legge:
In un commento pubblicato ieri, e dedicato al dibattito sulla «santificazione» di Alcide De Gasperi, definivo lo stesso De Gasperi «il maggior personaggio politico, per altezza intellettuale e per tempra morale, che l’Italia abbia espresso dopo la Seconda guerra mondiale». Senonché in pagina la «tempra morale» è diventata «tempra mortale». Prendendo spunto dal refuso Alberto e Carlotta Guareschi, figli del grande scrittore, mi hanno inviato questa lettera: «Abbiamo letto il suo articolo su il Giornale di oggi (ieri, ndr) e, dopo la lettura, ci siamo sentiti confortati dall’errore tipografico che le ha fatto scrivere invece di tempra morale di De Gasperi,
tempra mortale di De Gasperi. Il che – come direbbe nostro padre – è bello e istruttivo».
Ai lettori chiedo scusa per l’infortunio – uno degli innumerevoli, a volte anche molto divertenti, che costellano la storia della stampa – in cui siamo incorsi.
Insomma, se personaggi illustri, giornali importanti, sono incappati nei refusi, scusateci (di nuovo lo chiediamo), anche per i nostri.
Il refuso, che sia un errore passeggero e non una norma.