Rocky Marciano, l’esempio e il suo libro: “Rocky Marciano’s Book of Boxing and Bodybuilding”.

Rocky Marciano, l'esempio e il suo libro: "Rocky Marciano's Book of Boxing and Bodybuilding".
Rocky Marciano nella foto. Getty Images.

La vita di Rocky Marciano, pseudonimo di Rocco Francis Marchegiano, il famoso pugile americano ma di origine italiane, è veramente affascinante. 

Due mondi dell’esistenza di Marciano, quello umano e quello dedito alla boxe, si completano tra di loro dando vita a un unico mondo, irripetibile ovvero quello di “ The Brockton Blockbuster” (“Il bombardiere di Brockton”), così come veniva soprannominato il nostro pugile italo-americano. Un mondo, quello terreno, che Rocky lasciò in modo drammatico il 31 agosto del 1969 a causa di un incidente aereo avvenuto nello stato americano dell’Iowa. Insieme a lui persero la vita altri due uomini, uno dei quali era il pilota 37enne Glenn Belz, pilota del suo aereo privato, un Cessna 172, che, durante un volo partito da Des Moines (capitale dello Stato dell’Iowa, ndae condotto in condizioni atmosferiche definite proibitive, si schiantò contro un albero.

A causa delle intemperie Belz aveva cercato di far atterrare l’aereo in un piccolo aeroporto fuori Newton, Iowa, ma l’aereo colpì un albero a due miglia dalla pista. Assieme a Marciano sul sedile posteriore c’era Frankie Farrell, 28 anni, il figlio maggiore della figura della criminalità organizzata Lew Farrell.

Il giorno seguente, Rocky, avrebbe compiuto 46anni, lui, che era nato il 1 settembre del 1923 a Brockton, negli Stati Uniti d’America.

Figlio di Pierino (Quirino) Marchegiano e Pasqualina Picciuto, due emigrati italiani che avevano lasciato il paese nei primi anni del secolo: Quirino era originario di Ripa Teatina, in provincia di Chieti, mentre Pasqualina proveniva da San Bartolomeo in Galdo, in provincia di Benevento. Oltre a Rocco, i coniugi Marchegiano ebbero altri cinque figli, le tre femmine Alice, Concetta ed Elizabeth e i due maschi Louis e Peter.

 

(fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocky_Marciano ).

Rocky Marciano era, per me, un predestinato della boxe a livello mondiale. Ma, alla sua predestinazione fisica e mentale, Rocky ebbe la virtù di unire il pregio del sacrificio, dell’essere costante e disciplinato sia negli allenamenti che nei combattimenti. Il primo dei quali, “combattimenti”, lo vinse alla tenerissima età di un anno, quando sconfisse una polmonite che rischiava di farlo morire. 

Marciano sì, aveva, quindi, un fisico forte e un carattere indomabile ma, mi sia consentito di dire che era un pò sgraziato nei movimenti oltre al fatto che era alto solo 1.78 cm per un peso di 85 kg.  Lo stesso pugile italo-americano disse, a tal proposito,:

<<Ho battuto tutti i miei avversari senza avere nulla di eccezionale – le sue parole, piene di modestia, a Miami nel 1964 in occasione della prima sfida tra Ali e Liston – ho avuto le braccia più corte di tutti i pesi massimi della storia, ma le ho fatte lavorare duro».

“Lavorare duro”, il senso del sacrificio, fu questa la qualità primaria di Rocky Marciano che voglio sottolineare con questo post.

 Quest’uomo, questo pugile, ritenuto uno dei boxeur più forti di tutti i tempi, l’unico peso massimo ad essere rimasto imbattuto ( il suo record, infatti, recita: 49 vittorie – di cui 43 per KO – e zero sconfitte), è tutt’oggi un esempio per tutti coloro che amano e praticano la boxe o qualsiasi altro sport. 

Il pugilato non è uno sport per tutti, a determinati livelli. 

I tempi sono giustamente cambiati e non vedo il perché la boxe non debba essere praticata anche in modo soft da chiunque. Il suo esercizio fisico e psicologico, infatti, non può che far del bene a chi lo pratica. Ma, la differenza tra il pugilato professionistico praticato ai tempi di Marciano rispetto a quello attuale, mi sembra notevole. 

Voglio, però, anche rimarcare che un professionista della noble art, che impegna tanto del suo tempo con sacrifici rilevanti, non può barcamenarsi tra duri allenamenti e un altro lavoro che gli consenta di vivere dignitosamente, specialmente in questo periodo di crisi economica.

Un professionista dovrebbe vivere solo di quello che fa, per potersi dedicare al meglio alla sua attività. Anche per questo è difficile che un pugile, oggi, possa ottenere determinati risultati paragonabili ai suoi colleghi di un certo passato.

E poi, ai nostri tempi, vige un’altra cultura, un altro stile di vita. La società, nel bene e nel male, è cambiata. Il mondo è cambiato, il pugilato pure.

Ritornando a Marciano, dobbiamo pure segnalare che lungo la strada del suo successo incontrò Charley Goldman, famoso allenatore di pugilato, che un giorno gli disse:

“non puoi aumentare la tua potenza di pugno molto al di sopra del potenziale di potenza che Dio ti ha dato, ma puoi massimizzare il potenziale di efficacia che hai imparando a sferrare pugni in modo rapido, corretto ed efficiente.”. 

Lavoro tecnico-atletico che i due fecero. Famoso, infatti, era il diretto destro potentissimo di Marciano che lui stesso amava chiamarlo “Suzie Q”. 

Rocky considerava l’allenamento come vita o morte perché credeva che fosse la ragione principale del suo successo. 

Un successo che doveva portarlo fuori anche dalla povertà nella quale viveva dato che la sua famiglia d’origine, ricca non era.

Dopo tanti lavori umili e pesanti, Rocky Marciano, all’età di 20 anni, nel 1943, fu chiamato a far parte dall’esercito degli Stati Uniti per andare in Inghilterra. Tuttavia, la guerra stava volgendo al termine e Rocky fu riportato in aereo negli Stati Uniti. 

In attesa del congedo dall’esercito, Marciano decise di partecipare a una competizione di boxe amatoriale dove rappresentò l’esercito vincendo.

Dopo aver ricevuto un mese di licenza dall’esercito, Rocky, tornato a casa, si vantò del suo talento appena scoperto con la sua famiglia e i suoi amici.

Fu suo zio, intanto, a parlargli di un pugile che cercava un avversario e che forse faceva al caso di Rocky. Il pugile era Henry Lester, un campione di Guanti d’Oro. A Rocky non importava che il suo avversario fosse un dilettante pluripremiato e affrontò, quindi, Lester. Rocky fu fortunato che l’incontro non era ufficiale perché, avendo colpito l’avversario all’inguine, fu squalificato.

Marciano rimase così imbarazzato dall’esito dell’incontro e dai resoconti dei giornali su quel match che, quando tornò alle strutture militari, iniziò  a concentrarsi esclusivamente sull’allenamento. 

Ecco, l’allenamento, la povertà, la voglia di emergere, il suo talento innato ma anche limitato uniti alla sua caparbietà, alla sua volontà, alla sua motivazione insieme ad una ferra disciplina, fecero di Marciano il campione che tutti conosciamo. 

Rocky iniziò, dopo l’esperienza con Lester, a correre e ad allenarsi quotidianamente. Quando diventò professionista si allenò tutti i giorni per otto anni. 

Dan Cuoco, dell’International Boxing Research Organization, disse: 

“Nessun combattente si è mai avvicinato all’allenamento e al condizionamento con lo stesso fanatismo che ha fatto Rocky. Anche quando non si stava allenando al campo per un combattimento, le sue routine di condizionamento e allenamento erano più di qualsiasi altro combattente al campo”.

Rocky ha affrontato i migliori pugili della sua età, in combattimenti in cui lui era sempre l’uomo più piccolo, con la portata  minore. Eppure li ha battuti tutti, come ha detto Joe Louis, citato in “Undefeated: Rocky Marciano – The Fighter Who Refused to Lose di Everett Skehan”:

“Avrei potuto battere Rocky quando ero giovane? Mi piace pensarlo, ma non lo so. Lo so: Marciano non ha mai avuto più talento, ma ha avuto più volontà e coraggio di qualsiasi combattente che abbia mai conosciuto. Ha affrontato tutti i migliori combattenti del suo tempo e li ha battuti tutti. Pochissimi di noi possono dirlo”.

 

Charlie Goldman disse a Rocky,  dal suo primo giorno con lui,: 

sai che sei un ragazzo basso, pelato e grasso. Non hai molta velocità. Sei disposto a impiegare ore, giorni, mesi e anni per portare ciò che fai al top?

E Marciano rispose di sì!  E i fatti gli diedero ragione!

 

Tra un combattimento e l’altro si è allenato, Rocky, più duramente del 99% dei combattenti nel campo di combattimento.

 

Tra un combattimento e l’altro, nel corso normale della sua vita dal 1947 al 1955, correva per 6-7 miglia al giorno.

 

Suo zio, Charlie Piccento, ha detto che ha persino seguito la sua routine e ha corso le mattine di Natale e tutte le festività, compresi i compleanni suoi e dei suoi figli. Non ha mai perso un giorno durante i suoi 8 anni di carriera, nemmeno uno.

 

E questo era tra i combattimenti, non nel campo di addestramento.

 

Rocky ha anche fatto ginnastica e altri esercizi di condizionamento tra i combattimenti. Avrebbe lavorato soprattutto con il sacco pesante (nel suo caso, il sacco pesante era DAVVERO pesante!), solo per aiutare a rimanere in perfetta forma.

 

Quando andò al campo di addestramento, Rocky divenne un monaco guerriero.

 

In Undefeated: Rocky Marciano – Il combattente che si rifiutò di perdere di Everett Skehan, è documentato che Rocky si è rifiutato di rispondere alle telefonate al campo. Non voleva radio, (era prima dell’uso diffuso della televisione) o giornali, o discussioni su nient’altro che boxe e allenamento. Non aveva contatti con la sua famiglia o con nessuno nel mondo esterno. Era lì solo per allenarsi da prima dell’alba a dopo il tramonto.

 

Ben Bently, l’addetto stampa di Rocky, ha detto che dopo aver firmato per un incontro avrebbe aumentato la sua corsa al mattino a 9-10 miglia. E poi l’ultima settimana prima di un combattimento aumentava la sua corsa a 12-15 miglia al mattino. Ogni mattina.

 

Al campo, correva al mattino e camminava veloce per altre 10 miglia di notte.

 

Ha anche fatto sprint sul vento durante il giorno! Gli piaceva correre per brevi distanze, un paio di centinaia di metri, su una collina in allenamento il più velocemente possibile, e poi correre di nuovo giù con la faccia all’indietro! E poi ha ripetuto più e più volte fino a quando non era esausto.

 

Ha usato uno speed bag ma non come fanno o hanno fatto nessun altro, lo colpiva con ganci e colpi di potenza lenti per lavorare sulla sua precisione.

 

Si è allenato usando una borsa pesante da 300 libbre (300 libbre sono pari a 136,078 kg., nda) su misura.

 

Rocky Marciano, l'esempio e il suo libro: "Rocky Marciano's Book of Boxing and Bodybuilding".
Una rara foto di Rocky Marciano al sacco pesante. CREDIT PICTURE EBAY.

 

Poteva pulire una roccia gigante e lanciarla in avanti con entrambe le mani. (la roccia pesava più di cento libbre)

 

Credeva nel calisthenics e ha fatto fino a diverse ore oltre a tutto il resto.

 

Diversi giorni alla settimana Rocky è andato fino alle spalle in una piscina e ha lanciato centinaia di pugni sott’acqua per un massimo di un’ora.

 

E poi, nel tardo pomeriggio, Rocky si allenava!

 

Rocky si è letteralmente allenato ogni giorno da prima del tramonto a dopo il tramonto. Per tre mesi! Quindi poteva fare 15 round.

 

Nessun allenamento basato sulla scienza oggi potrebbe eguagliare i vecchi regimi di Rocky per intensità, o il suo vecchio allenatore, Charlie Goldman per la conoscenza. Non c’è un allenatore oggi capace di prendere Rocky Marciano e renderlo campione indiscusso.

 

C’è un prezzo per quella durezza e condizionamento impareggiabile. Rocky ha dovuto allenarsi tutto l’anno e tra un combattimento e l’altro si è allenato più duramente della maggior parte dei combattenti al campo!

 

Rocky Marciano ha riassunto semplicemente la sua filosofia :

“La grandezza è alzarsi quando cadi e andare avanti quando pensi di non poterlo fare. La grandezza è vincere quando nessuno pensa che lo farai tranne te, o combattere quando sai che perderai, ma non puoi arrenderti”.

E questa volontà, quella feroce voglia di vincere, quelle ore, quei giorni, quei mesi, 8 anni consecutivi di allenamento ogni giorno, è ciò che ha reso Rocky Marciano un campione quando era sempre più piccolo, di solito più lento e con meno sbraccio rispetto agli altri. 

 

Per i lettori di questo Blog, voglio segnalare, tra l’altro, cosa che non tutti sanno, che Rocky Marciano scrisse nel 1957, insieme a Charley Goldman e Al Bachman, un libro dal titolo “Rocky Marciano’s Book of Boxing and Bodybuilding”.

Testo raro a trovarlo nella sua forma cartacea e che contiene 228 pagine con numerose immagini. 

Rocky Marciano, l'esempio e il suo libro: "Rocky Marciano's Book of Boxing and Bodybuilding".
Copertina del libro di Rocky Marciano,”Rocky Marciano’s Book of Boxing and Bodybuilding”.

Gli autori hanno detto, di questo libro,:

Abbiamo scritto questo libro principalmente per ragazzi e giovani uomini che vogliono migliorare il loro corpo e che vogliono i loro fatti nella forma più condensata possibile.

Per questo motivo abbiamo ridotto le nostre idee a principi passo dopo passo che ogni giovane ambizioso può facilmente seguire.

Entrambi siamo stati nel mondo dello sport per molti anni. Abbiamo studiato molte teorie sulla cultura fisica e le abbiamo applicate alle centinaia di giovani pugili e bodybuilder con cui siamo entrati in contatto. Abbiamo lavorato seriamente, confrontando note su trucco fisico, esercizi utilizzati e risultati ottenuti.

Quello che ti diciamo qui è quello che noi stessi abbiamo imparato dal più grande maestro di tutti: l'Esperienza. Crediamo onestamente che, seguendo le regole e gli esercizi stabiliti in questo libro, ogni giovane possa perfezionare il suo sviluppo fisico al massimo che il suo corpo gli consente.

Il libro, ripeto, difficile da reperire in modo cartaceo è, invece, disponibile in formato PDF online. Da lì lo si può scaricare così come ho fatto io. Seppur in lingua inglese è sempre un testo che può aiutare chiunque nella pratica della boxe e del fitness. 

E adesso, a te che leggi, che forse sei demotivato, in qualsiasi area della tua vita, cosa aspetti a rimetterti in sesto? Gradualmente, prendendo ad esempio, oggi, il nostro pugile Rocky Marciano. Non per diventare, ovviamente, come lui, ma per divenire la migliore versione di te stesso!

 

n.b.: parte di quest’articolo è tratto da: https://www.quora.com/What-training-did-Rocky-Marciano-do-to-develop-such-punching-power

 

 

 

 

 

 

 

 

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