Alla luce degli ultimi avvenimenti di cronaca, come quello relativo alla brutale aggressione avvenuta a Milano ai danni di un ragazzo tunisino, senza fissa dimora da parte di un nordafricano (il tutto ripreso da un cellulare in possesso di una persona presente al fatto, il video lo potete vedere qui ma vi premetto che contiene immagini molto violente) appare sempre più evidente che viviamo in una società estremamente pericolosa. In questo post non voglio entrare nelle dinamiche sociali e politiche che questi episodi di cronaca, sempre più frequenti, evocano. Mi atterrò, allora, solo ad un tema, quello della difesa personale.
La domanda è, quindi, ai giorni nostri, possiamo ancora parlare di difesa personale? E se sì in che termini?
Nel caso specifico della violenza, sopracitata, avvenuta presso la stazione di Milano, vogliamo considerare dei dati molto chiari. L’aggressione è successa tra persone circoscritte in un determinato ambito, quello del disagio che molte stazioni italiane vivono. Nel caso di specie, analizziamo, “freddamente”, che questa violenza non ha interessato degli italiani (e lo si dice, naturalmente, senza nessun accenno polemico o peggio ancora razzista) e che è capitata tra persone che conducono un’esistenza ai margini della nostra società, purtroppo.
Individui senza fissa dimora, dediti a piccoli ma anche grandi crimini, in questo caso, anche extracomunitari. Una violenza, quindi, che non potrebbe coinvolgere persone che vivono al di fuori di questo contesto.
Ma questa non è la regola: infatti, negli ultimi giorni, presso un’altra stazione quella di Bergamo sono stati registrati questi casi di aggressione ai danni di
una coppia di turisti malmenati perché non volevano dare soldi. Un sampietrino lanciato contro un autobus di linea che ha ferito una giovane mamma. Un fotografo de L’Eco di Bergamo aggredito.
Persone comuni, non facenti parte, queste, del disagio di cui parlavamo sopra. Chiaramente, allora, tutti noi potremmo essere possibili vittime di queste aggressioni.
Anche nelle proprie residenze non si puo’ star tranquilli, come da tempo sappiamo, e come riporta quest’altro fatto di cronaca (clicca qui ).
La violenza, purtroppo, fa parte sempre di più della nostra società. E non è connotata da sesso o razza, anche se determinate condizioni sociali l’amplificano, la rendono più possibile.
Per chi si è occupato nel passato ma anche nel presente di arti marziali, di difesa personale, la domanda se le proprie tecniche acquisite sono utili, specialmente ai tempi nostri, per la propria e altrui difesa, sorgerebbe spontanea.
E se negli anni settanta andava di moda l’arte marziale cinese conosciuta come Kung Fu, poi negli anni ottanta/novanta la Kickboxing e la Muay Thai, in seguito il Krav Maga, possiamo assolutamente asserire che alla parola moda si è unita anche quella di ciarlatani. Categoria, quest’ultima, sempre più ai margini della professionalità di chi pratica questi sport, arti marziali e sistema di difesa personale, ma comunque ancora tristemente e pericolosamente presenti. I ciarlatani sono coloro che non hanno i requisiti adatti per insegnare queste discipline ma che lo fanno lo stesso, tutto ai danni delle loro ingenue vittime.
Ma, adesso, dando per scontato, in questo post, che ci riferiamo solo a persone qualificate del settore, ritornando a noi, riproponiamo la domanda iniziale: possiamo parlare di difesa personale oggi e se sì in che modo?
Il noto Youtuber, Cicalone Simone, che si occupa brillantemente e da tempo di sport da combattimento e di temi sociali, e che ha coniato il famoso termine di krav mago, espone, a tal proposito, la sua opinione con questo video , anche un altro Youtuber ed esperto di queste discipline come Dario Callarà, riguardo alla difesa da coltello, chiaramente dice che questa è pressoché impossibile ( ne parla in numerosi video, come questo o quest’altro ), anche il Maestro nonché storico e Youtuber, Sung Gyun Cho del Kankukan Aiki, dice la sua con questo video .
A mio parere , visto il periodo storico nel quale viviamo, caratterizzato dalla globalizzazione, da un’esasperazione di rabbia e violenza, possiamo sempre parlare di difesa personale ma in modo totalmente diverso rispetto a molti anni fa.
Sottolineiamo, pure, che nel nostro Paese il fenomeno delle gang latine , i cui appartenenti utilizzano armi come i machete. è ormai sempre più dilagante. Quindi, a meno che anche noi non si gira armati (cosa non auspicabile) è veramente difficile essere così addestrati nel difendersi da simili armi, usate anche da più avversari.
E’ evidente, allora, che la prima “difesa personale” di noi tutti è quella che il nostro Stato dovrebbe garantirci e, se non provvede nei tempi giusti, potremmo arrivare ad un punto di non ritorno.
Non possiamo, però, escludere altre aggressioni che un corpo ed una mente allenata, puo’ risolvere. Ma sono casi separati da quelli che l’attualità ci propone. Sicuramente un fisico temprato da sport da combattimento e chi pratica con seri Maestri di arti marziali ha più chance di una persona non addestrata nel sopravvivere ad attacchi “classici”, come quelli che la difesa personale di un tempo contemplava come un pugno, una presa o cose simili. Oltre, comunque, si va nel rischio più totale di essere seriamente feriti o peggio ancora.
Se il Krav Maga, come si è detto, è stato ed è anche insegnato da ciarlatani. è anche vero che i veri professionisti di questo sistema di difesa israeliano, non sbagliano quando studiano e consigliano quello che è chiaramente un’arma efficace per la propria e altrui protezione ovvero la prevenzione.
Sembra una banalità questa ma in effetti non lo è. Sapere dove andare e in che ora, è già un piccolo ma importante passo per evitare la violenza. Purtroppo è altrettanto vero che tutto questo ci porta ad una vita limitata nelle nostre azioni. E, senza cadere nella “paranoia”, assumere un atteggiamento di prevenzione. di questi tempi, però, è basilare. E gli esempi di tali precauzioni sono varie, ma, ripeto non risolvono il problema di fondo.
Infine, per me, la difesa personale, nei limiti, esiste e di questa se ne deve occupare lo Stato con i mezzi che ha a disposizione, Poi, allenarsi con uno sport da combattimento o con un’arte marziale (sempre insegnata da persone qualificate) non solo fa bene al nostro benessere psicofisico ma potrebbe risultarci utile in alcune, anche se limitate, aggressioni.