Io, la mia scuola e il delitto Moro. Ricordi, cronaca di un crimine con risvolti internazionali.

PREMESSA

Mi fa piacere che i miei blog  “amatoriali” (seppur conclusi nella loro pubblicazione) e che risalgono addirittura all’anno 2006, vengono ancora visitati, specialmente un paio. Ed oggi, essendo un giorno particolare ovvero il triste anniversario della morte (44anni dal fatto, nda)  dello statista italiano Aldo Moro, ripropongo qui, un post del 9 gennaio 2008, di uno di quei blog, riguardante quel drammatico giorno per tutta l’Italia e gli italiani.

Buona lettura.


IL SEQUESTRO MORO, UN CASO INTERNAZIONALE?

Ricordo bene quel giorno e come non potrei. 

 

Era il 9 maggio del 1978, avevo diciassette anni e frequentavo il Liceo Classico “Galluppi” di Catanzaro.

 

Rammento di una ragazza, conosciuta come schierata con la sinistra della politica italiana che, parlando animatamente con una sua amica, diceva: “Non si fa così la rivoluzione”.

 

“Non si fa così la rivoluzione…”.

Ma cosa era successo in quel giorno di maggio in cui l’aria era così gradevole e bella era la vita come la può essere solo quando sei così giovane e pieno di vigore?

 

Ebbene, dopo un sequestro durato 55 giorni, fu ritrovato in una macchina, una Renault 4 rossa, in via Caetani, nella città di Roma, il corpo senza vita dello statista Aldo Moro. 

 

La notizia, naturalmente, appena conosciuta non poteva non sortire delle conseguenze anche all’interno della mia scuola. 

Infatti io, insieme ad altri studenti, mi ritrovai in un’ assemblea rapidamente organizzata all’interno del Liceo.

 Fu il professore di italiano della mia classe (la sezione F)Antonio Ameduri *(una di quelle persone che se la Vita ti permettesse di ritornare indietro frequenteresti con assiduità e gli staresti accanto per apprendere ancor di più, nda) a fare l’intervento più significativo.

 

A sua conclusione, il prof rimase un altro po’ per poi andarsene e sinceramente non ricordo più nulla di quell’assemblea che credo sia proseguita per poco tempo.

Erano gli anni di piombo quelli.

 

Anni in cui, sia nelle grandi città italiane, come Roma e Milano, che in quelle provinciali, lo scontro fisico tra fascisti e i comunisti era usuale.

 

Si distinguevano, loro, anche per il loro abbigliamento, per il loro look.

 

Capelli cortissimi, con basette super corte i fascisti, capelli lunghi ed eskimo i comunisti.

Una violenza senza un perché (e poi la violenza può mai avere una ragione?).

 

A tal proposito ricordo di aver sentito , in un processo trasmesso dalla televisione, dire da Valerio Fioravanti che lui e i suoi compagni  “..iniziarono con i pugni, dai pugni passarono ai bastoni, dai bastoni ai coltelli e dai coltelli alle pistole….” e il tutto, a suo dire, iniziò senza un vero perché.

 

Certo, sia nell’una che nell’altra parte si trovavano gli “intellettuali”, coloro che in un certo qual modo credevano in una certa “ideologia” che poi, come ha dimostrato la Storia, fu fallimentare.

 

Un popolo non cresce con il sangue, attraverso la …“lotta armata”, attraverso ogni forma di violenza.

“Non si fa così la rivoluzione…”: è proprio vero.


Mi piacerebbe, tra l’altro, pensare che non vivo ed ho vissuto in un Paese strano,  pieno di misteri, i cosiddetti  misteri italiani.

Non mi  piace pensare che dietro le grandi stragi, i grandi delitti commessi in Italia ci sia sempre stato un intreccio oscuro fatto da servizi segreti deviati, politici corrotti, appoggio di parte di criminalità organizzata (ovvero la mafia).

Però, rimanendo sul sequestro Moro, quest’ultimo, di “anomalie”, ne ha certamente avute.

A partire dal suo tragico inizio.

 

“L’auto che trasportava Moro da casa alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Mario Fani da un “gruppo di fuoco” delle Brigate Rosse che in poco istanti portò a termine una delle più feroci azioni terroristiche che si ricordano nella storia italiana contemporanea (vedi la foto sopra). In una manciata di secondi , sparando con armi automatiche, i terroristi massacrano i due carabinieri a bordo dell’auto di Moro e i tre poliziotti dell’auto di scorta e sequestrano il presidente della Democrazia Cristiana”. fonte Wikipedia.

Molti sostengono che un’azione così, di tipo militare, non era alla portata nemmeno dei brigatisti.

 

Ma non in tanti sanno che il 5 settembre del 1977 a Colonia (Germania) fu sequestrato Hanns-Martin Schleyer (vedi foto) dai militanti della Raf. 

 

“Terminata la riunione dell’Associazione industriale tedesca, a Colonia, Hanns-Martin Schleyer torna a casa nel quartiere Braunsfeld  Alla guida della sua Mercedes 450 c’é il suo autista. Al seguito un auto di scorta con a bordo gli agenti di polizia. Dopo una curva l’auto è costretta a frenare. Di traverso sulla strada vi sono una Mercedes gialla e una carrozzina per bambini. Mentre le auto sono bloccate cinque persone armate accorrono sparando, uccidendo l’autista e i tre agenti della scorta. Uno dei cinque preleva Schleyer che viene così sequestrato”.

La foto relativa al sequestro, eccola

Noti delle strane analogie con il sequestro Moro?In effetti ci sono. Sarà un caso o no, non sappiamo.

E sai dove fu trovato il cadavere (si perché fu ucciso Schleyer il 19 ottobre del 1977)?

Fu ritrovato all’interno di un’Audi, una macchina quindi, proprio come Moro.

Durante il sequestro Moro, parte del mondo politico italiano fu contrario ad ogni trattativa con le BR. Un’altra parte (minoritaria) invece, tra cui Bettino Craxi, sì.

Una cosa è certa, che sia all’inizio che durante (vedi la “polemica” sull’appartamento in cui Moro fu tenuto prigioniero e che alcuni ritengono essere un luogo all’epoca dei fatti conosciuto da alcuni, nda) che dopo, del sequestro Moro e del suo tragico epilogo molto non sappiamo.

Il delitto di Aldo Moro a tanti anni di distanza, da una bella giornata (come clima e mia personale età) ad oggi rappresenta ancora un caso irrisolto, un “caso” forse anche con “intrecci internazionali”.

Chissà cosa mi direbbe oggi il mio professore di italiano se fosse vivo.

 

Chissà…

*del Professore Ameduri, ne ho accennato qui: https://www.romanoscaramuzzino.it/2021/09/30/news-da-domani-1-ottobre-sara-in-edicola-il-n-15-della-rivista-i-catanzaresi/

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