Forse abbiamo capito il perché di episodi d’ira (ai quali abbiamo assistito anche recentemente sui media),
Non solo questi stati di agitazione ma anche alcune “decisioni assurde,” prese a livello sociale, negli ultimi mesi/anni, sia in Italia che fuori dal nostro Paese, potrebbero essere spiegate dall’uso di un “caffè”. Un “caffè” particolarmente “corretto”.
Nulla a che vedere con quello del Maestro Eduardo De Filippo che nei panni del personaggio Pasquale Lojacono, all’inizio del secondo atto della commedia “Questi fantasmi”, seduto fuori da uno dei balconi di casa sua, racconta al suo dirimpettaio, il professor Santanna, come viene fatto il caffè a Napoli e il significato che la cultura partenopea dà a questa bevanda.
Questo “caffè corretto” è totalmente diverso da quello narrato dal grande De Filippo. E’ un “caffè” con una particolare “aggiunta”.
Lo si è evince dalla notizia che ci racconta che:
La scienza medica si è sempre divisa sull’utilità del caffè. Fa bene o fa male alla salute? Il buon senso ci suggerisce che è la quantità di questa bevanda e lo stato di salute personale di chi lo assume a fare la differenza.
Ma la notizia di oggi ci pone un dubbio? Non è che da un po’ di tempo che circola nei bar ma anche nei locali e nelle case private un “caffè particolarmente corretto”?
E da questa bevanda dipendono, quindi, spinte, parolacce, aggressività e scelte scellerate?
Nel dubbio, se andate al bar (voi amanti del caffè) e sentite qualcuno, come dice su Twitter, l’utente Umberto (new profile) chiedere: “Mi faccia una strisciata di caffè, grazie”, allora vi conviene tornare a fare il vostro di caffè.
Un caffè stile Eduardo De Filippo.